Associazione Promozione Sociale Benevento


gio 01-04-2021 07:49:46 n.40, di redazione

Il commento di Angelo Miraglia

La storia che parla di una guardiana di cimitero mi ha incuriosito al pari di un altro libro che ho molto amato : "L'antologia di spoon river", ma mentre nel libro di Master la prospettiva era dal "basso" ed i racconti erano scritti da quelli che guardano l'erba dalla parte delle radici, qui, invece, si riporta la cronaca dell'ultimo viaggio con un resoconto a metà tra la cronaca analitica e il racconto dell'ambiente, come di uno spettatore interessato a cogliere nella cerimonia gli aspetti più ordinari e quelli stravaganti e "speciali".
Il libro è un continuo resoconto di perdite che investono i personaggi del racconto, con un particolare approfondimento sulla custode del cimitero, Violette " ognissanti", nomen omen, che  come un giunco nel fiume, piegandosi ad ogni piena, riesce a resistere e superare tutte le difficoltà e le tragedie che la vita le para davanti.
È, a mio parere, un libro pedagogico, insegnandoci a far prevalere i sentimenti e le piccole felicità, al desiderio di possesso e di bramosia che, purtroppo, spesso prevale.
La scrittura, bella e scorrevole, fa entrare più facilmente negli intrecci del racconto che ribalta moltissimi luoghi comuni, legati spesso a convinzioni e preconcetti che ci cuciamo addosso per evitare di entrare nei panni degli altri.
Ho trovato poi, in alcuni passi del romanzo, un particolare che mi ha fatto sorridere: sulla tomba di un noto avvocato l'amante ha poggiato una palla con la neve che lei, ogni volta che torna nel cimitero a trovarlo, ama agitare e poi appoggiarlo nei pressi della foto dell'amato, nel ricordo di un momento felice trascorso insieme.
Ecco, se dovessi dirla tutta, l'autrice è riuscita a legare nel racconto ed a intrecciare abilmente felicità e tristezza, odio ed amore, vitalità e decadimento; insomma ha raccontato la vita, partendo da un luogo apparentemente opposto.

 

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