Ho voluto leggere questo testo ( purtroppo rinvenuto solo in pdf in quanto non più pubblicato dal 1982 anno dell'ultima ristampa), per la curiosità di sapere, dopo aver visto i due film di Martone e di Rubini che con vari approcci raccontano le storie di due famiglie, Scarpetta e De Filippo, che sono intrecciate in maniera molto contorta e complicata. La prosa autobiografica di Peppino è molto incisiva e chiara, benché l'autore usi parole auliche e ridondanti nel raccontare le Sue vicissitudini e quelle dei suoi familiari.
Una famiglia allargata, debordante, al cui apice vi è una figura di padre padrone col nome di Edoardo Scarpetta, autore di una grande rivoluzione nel campo teatrale, che, però, nella vita privata, aveva atteggiamenti e comportamenti esecrabili.
L'autore ha vissuto i grandi traumi di un figlio non amato e addirittura emarginato sia dal padre naturale che dalla stessa madre, fino ad essere inviato in campagna da una nutrice che sarà a tutti gli effetti la sua madre putativa.
Peppino racconta in circa quattrocento pagine il suo percorso di vita e di lavoro artistico, spiegando ed approfondendo i suoi rapporti con Titina ed Eduardo che portarono dapprima alla costituzione di una compagnia teatrale che li affiancava dalla presenza di Eduardo Scarpetta e del figlio Vincenzo, specialmente dopo la morte del capocomico e la scoperta che niente spettava ai figli " spuri".
L'autore, in un impeto di franchezza, racconta i grandi e piccoli screzi che mano a mano portarono alla rottura con...